Cara mamma,
so cosa pensi e so cosa provi. L'ho provato sulla mia pelle.
Se mi fermo un attimo riesco a sentire ancora la sofferenza e la preoccupazione, quello svegliarsi senza mai aver dormito.
Cara mamma, ora sei davanti ad un pezzo di carta su cui vedi scritto ciò che non avresti mai voluto leggere: la diagnosi. Vorrei abbracciarti in questo momento e dirti che adesso non devi essere triste perché ora sai contro chi combatterai. Con l'aiuto del medico metterete a punto un piano per affrontare tutte le difficoltà di tuo figlio. Ci sono tante cose che puoi fare, tante frecce al tuo arco, mille strumenti da mettere in campo. C'è una luce grande in fondo a quel tunnel che ora ti sembra tanto buio, forza e coraggio, puoi farcela!
Cara mamma, forse ti starai chiedendo "Ma dove sono gli altri bambini nella stessa condizione? Dove sono gli altri genitori che hanno il mio stesso problema?" Anche qui ora vorrei abbracciarti e rassicurarti dicendoti di sì, ci sono e sono anche tanti, perché non è affatto rara questa sindrome! Sai, esiste un gruppo molto numeroso di genitori e abbiamo voluto metterne insieme il più possibile, creando una famiglia in cui non ci si senta più soli.
E non sentirti in colpa! È inutile e soprattutto sbagliato, perché avere la Tourette non è colpa di nessuno!
Cara mamma, vorrei che tu pensassi e ascoltassi la fedele compagna, talvolta un po' ingombrante e rumorosa, come se ascoltassi una canzone, con le sue note e le sue vibrazioni, comprendila ed accettala per prima tu, ascoltala insieme a tuo figlio, quel suono risulterà meno fastidioso.
Cara mamma, hai raggiunto grandi traguardi: un medico preparato vi ha fatto la diagnosi, comincerai ad affrontare le terapie per aiutare tuo figlio, hai un gruppo che ti sostiene.
Ce la farete. Insieme.
Non abbattetevi cari genitori, lo so è difficile, ma non impossibile! L'accettazione è la chiave per aiutare il tuo bambino, che è sempre lui, sempre lo stesso di ieri, quando ancora la diagnosi non c'era. È bello come il sole, forte e soprattutto intelligente e sensibile come forse oggi non se ne vedono più.
Per fortuna, lui non è in pericolo di vita, ha tanta voglia di vivere, ed ha solo bisogno di strumenti per affrontare le sue difficoltà. Strumenti che tu gli darai.
Col tempo creerai una piccola cassetta degli attrezzi dove poserai la tua esperienza, il tuo cuore e tutto ciò che hai imparato e gliela consegnerai dicendogli "Figlio, qui abbiamo messo gli strumenti per poter continuare a vivere come ti ho insegnato, hai un medico, hai una comunità. continua questo percorso di conoscenza e accettazione. Vivi figlio mio! Che la ferita nel mio cuore, nel cuore di Monica, si sta rimarginando e molto presto anche il tuo cuoricino guarirà, te lo prometto!"
Referente per la Puglia di